L'espressione valanga di fuoco è stata talmente abusata nel descrivere la strategia russa da suonare trita, però al tempo stesso, non c'è altro modo per descrivere quel che la federazione ha rovesciato sull'Ucraina. Secondo quanto denunciato da Volodymyr Zelensky, in una settimana sono state usate più di 800 bombe aeree guidate 300 droni kamikaze iraniani e altri 60 missili di vario tipo. Insomma, un'offensiva aerea che dimostra come il cielo sia ancora dominio incontrastato dei russi. Non più tardi della notte scorsa, infatti, la regione di Sumi è stata bersagliata duramente. La risposta di Kiev è stata bombardamenti nella città russa di Belgorod vicino al confine, sebbene Youkilform l'ufficio stampa delle Forze Armate di Kiev sottolinei la prontezza della Repubblica Ucraina questo non cancella l'impressione di una difficoltà: una difficoltà che lo stesso Zelensky, al di là delle dichiarazioni fiduciose non può nascondere. Non a caso, a seguito dell'incontro con Giorgia Meloni a Cernobbio la stessa Presidente del Consiglio italiano ha tenuto a precisare che si, la Russia non sta vincendo, ma che ci troviamo in una situazione di stallo. I due leader hanno concordato un piano di aiuti per fronteggiare il prossimo autunno inverno che saranno innegabilmente durissimi per Kiev. C'è anche il nodo delle forniture militari e se c'è, gli ucraini possono usarle per l'offensiva nei territori russi questione su cui Roma si è sempre detta contraria. Zelensky però ripete di essere fiducioso ribadisce che oggi la situazione è molto favorevole dell'inizio del conflitto e rilascia un piano che presenterà a Kamala Harris o a Donald Trump. Parliamo di un pacchetto concreto di difesa e se lo avremo sarà un forte deterrente per la Russia per poter terminare la guerra alle condizioni diplomatiche. C'è però da superare novembre, attendere gennaio, un lunghissimo autunno e un'altrettanto lungo inverno.