In attesa che le proteste riprendano vigore durante il weekend, in questi giorni sono i campus universitari i veri protagonisti della cronaca. Dopo l'annuncio di tutti gli 11 atenei di Hong Kong, di chiusura anticipata del semestre, molti sono stati di fatto occupati dagli studenti, spesso grazie alla tolleranza delle autorità accademiche. Come qui, all'università cinese, una delle più prestigiose della città che due giorni fa è stata teatro di una vera e propria battaglia con la polizia. L’università, ufficialmente, non è occupata, ma la situazione è molto simile a un'occupazione. Le lezioni sono terminate. Il Senato accademico ha annunciato la fine del semestre, riprenderà soltanto a gennaio. Il rettore ormai è alle rotte con le autorità locali e con la polizia. E gli studenti si sono organizzati. Ovunque ci sono le tracce della battaglia di martedì scorso, ma l'impressione è che non sia finita qui. La polizia non ci lascerà più in pace, ci spiega questo volontario che ci accompagna, addetto al pronto soccorso, ma anche noi studenti vogliamo una rivincita. Questa volta non ci faremo prendere di sorpresa. E infatti, ovunque è una fucina, c'è chi prepara cassette di bombe molotov, chi costruisce catapulte, chi prepara centinaia di frecce. Gli studenti hanno simbolicamente rioccupato questo ponte, è il ponte numero due, è qui che è iniziato tutto martedì notte, quando la polizia, con la scusa di rincorrere alcuni studenti che erano stati accusati di aver compiuto atti vandalici, li ha inseguiti ed è entrata, senza permesso, nell’università. Un fatto senza precedenti, un fatto, per le quali le autorità accademiche hanno più volte protestato, hanno fatto anche un ricorso in tribunale, che peraltro è stato respinto. E vedremo come nei prossimi Giorni, il Governo di Carrie Lam riuscirà a ritessere le fila di questa matassa sempre più ingarbugliata.