L'obiettivo con cui nasce la regolamentazione europea dell'intelligenza artificiale, la prima in assoluto al mondo, è quello di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali della persona. Le norme classificano le varie applicazioni dell'IA in base al livello associato di rischio per sicurezza e diritti, in una scala da nullo, per il quale non sono previsti particolari limiti, a inaccettabile, che comporta il divieto assoluto. Non sono ad esempio autorizzate le tecniche manipolative, il riconoscimento delle emozioni, i sistemi di polizia predittiva, la classificazione e la valutazione delle persone in base al comportamento o alle caratteristiche personali. Uno dei punti più dibattuti è stato l'identificazione biometrica negli spazi pubblici, che sarà possibile solo con l'autorizzazione giudiziaria e solo per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di reati gravi. I modelli generativi come la versione più evoluta di ChatGPT dovranno in rispettare una serie di obblighi, tra cui quello della trasparenza: testi e immagini generati dall'intelligenza artificiale dovranno, insomma, essere chiaramente identificabili. Per la Presidente della Commissione von der Leyen il regolamento europeo è una novità mondiale unica per lo sviluppo di un intelligenza artificiale di cui ci si potrà fidare. Per il commissario Breton, la legge favorirà l'innovazione in Europa con le tecnologie avanzate, ma limitando le possibili conseguenze indesiderate.