Elias Jrade è un chirurgo oculista libanese membro del parlamento di Beirut. Lavora senza sosta da quando sono arrivati in ospedale i primi pazienti feriti e mutilati dalle detonazioni, che nella maggior parte dei casi hanno ferito i miliziani di Hezbollah. Si concede solo una piccola pausa per riposare, ma la mente lo riporta al giorno dell'esplosione nel porto di Beirut del 2020. Migliaia i feriti tra Libano e Siria, diverse persone lottano ancora tra la vita e la morte, mentre altre non sono sopravvissute alle ferite riportate. Fatima è una di queste, aveva solo 9 anni, la seppellisco nel villaggio orientale di Nadi Sheet, nella valle della Bekaa. Le lacrime della madre, vestita di nero, e con indosso la sciarpa gialla di Hezbollah, non sono per la figlia che sta per seppellire, ma per il leader dei terroristi. Un Paese ferito che si stringe attorno alla sua gente: migliaia di persone hanno donato il sangue nei centri della Croce Rossa libanese per supportare la popolazione bisognosa. L'American University Medical Center è stato preso d'assalto. Centinaia di persone si sono riversate nel centro medico per chiedere aiuto, mentre decine di ambulanza arrivavano con i feriti più gravi.