Inghilterra, parte fase due tra Premier League e quarantena

11 mag 2020
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Via libera alla fase 2 in tre mosse, ma solo per una delle quattro nazioni di un regno mai tanto poco unito, neanche ai tempi d'oro della Brexit. Perché non c'è storia, famiglia reale o Costituzione non scritta che tenga davanti alla freddezza, senza appello dell'indice R, l'indice di riproduzione del corornavirus. Anche Boris Johnson alla Camera dei Comuni lo deve ammettere. "Occorre una risposta flessibile, ma le divergenze devono essere di breve periodo". Così la Scozia, dove l'indice R è tra 0,7 e 1, la First Minister Nicola Sturgeon riassume "non intende giocare alla roulette russa con la salute". Il Galles e l'Irlanda del Nord, confermano altre tre settimane di lock down vecchia maniera, mentre mercoledì l'Inghilterra si incammina. Caute riaperture pratiche, ma deciso cambiamento di narrativa. Da state a casa a state attenti e messaggio andate a lavorare. Nei cantieri, nelle fabbriche, nelle aziende di distribuzione formalmente mai chiuse, di fatto in stand-by dal 23 Marzo scorso. Ora l'invito è a ripartire, ma mancano ancora le linee guida per garantire la sicurezza dei lavoratori. L'attacco dei sindacati è netto, "ci trattano come cavie". Il leader dell'opposizione Keir Starmer, non fa sconti. "Ci dicono che i protocolli saranno pubblicati a breve" dice, "ma dovrebbero essere pubblicati prima della riapertura, non dopo". Polemiche che accompagneranno ogni fase. Dal 1° Giugno apriranno scuole elementari, negozi e una delle notizie forse più attese, via libera alla ripartenza, sia pure a porte chiuse della premier League. Modalità tutte da stabilire. La settimana è decisiva. Dal 4 Luglio, se infine tutto andrà per il meglio, alzeranno le saracinesche pub e ristoranti, parrucchieri e cinema. L'uso delle mascherine, più o meno fai da te, diventa invito di Governo. Gli esperti studiano come permettere una maggiore interazione sociale. Sullo sfondo rimane la quarantena da imporre il prima possibile a tutti coloro che arriveranno nel Regno, con qualche eccezione. Una è certa, la Francia, le altre verranno rese note nelle prossime ore. E per dare il buon esempio a tutto il Regno, anche qui a Westminster, i lavori dovrebbero tornare alla normalità, non essere più condotti da remoto. Ma il condizionale rimane d'obbligo.

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