L'Europa delle frontiere, con i controlli ripristinati da più paesi, ai confini e nuove restrizioni. Italia, ma non solo nonostante i numeri del fenomeno migratorio non siano da emergenza e non siano paragonabili a quelli del 2015, quando oltre un milione di migranti ha raggiunto le coste dei paesi europei. Secondo Frontex si parla ora di un terzo degli arrivi, diversi paesi dell'Unione introducono restrizioni con la crescita delle destre nazionaliste più capi di stato e di governo hanno introdotto misure più restrittive sulle politiche migratorie. Sono diversi siti in cui sono stati ripristinati i controlli alle frontiere nell'area Schengen. In Germania la coalizione di centro-sinistra con il premier Olaf Scholz in bilico all'elezione del prossimo anno li ha estesi dopo l'attentato di Solingen di agusto. L'Austria, con la destra vittoriosa all'ultima consultazione elettorale, li mantiene almeno fino a novembre. Anche in Repubblica Ceca e Polonia resteranno in vigore fino a dicembre. In Francia Schengen è stato sospeso fino a fine ottobre dalle Olimpiadi Europa che chiude anche a est con l'Ungheria del primo ministro Viktor Orban e la Slovacchia di Robert fico che chiedono maggiori finanziamenti per proteggere i loro confini. E per contrastare l'immigrazione si è arrivati anche alla sospensione del diritto di asilo in un paese, la Polonia, che vuole così contenere dice il premier Tusk l'immigrazione irregolare orchestrata, secondo il governo, da Russia e Bielorussia. Una misura illegale secondo le organizzazioni non governative e sono diversi gli stati, Italia in testa, a puntare sui centri costruiti in paesi terzi. Roma li ha allestiti in Albania, l'Olanda pensa di farlo in Uganda. Frontiere chiuse e controlli che segnano un ritorno al passato per contrastare un fenomeno che è sempre più questione politica.