Continuano le tensioni tra Israele e il gruppo sciita yemenita youthi con questi ultimi che lanciano un missile ipersonico balistico colpendo un giardino pubblico a Jaffa a sud di Tel Aviv. 16 feriti lievi a causa delle esplosioni delle finestre dei palazzi adiacenti, ma la missione del fallimento del sistema antimissilistico israeliano Iron Dome fa alzare l'allerta in Israele, soprattutto dopo l'infiltrazione di un drone proveniente sempre dallo Yemen nel sud del paese. Questa volta abbattuto dell'aviazione israeliana. Il leader degli youthi assume la responsabilità dell'attacco dichiarando che il missile era stato rinominato Palestina 2 in solidarietà con Gaza, dove sono morte oltre 20 persone in 24 ore con altri ordini di evacuazione forzata nell'area dell'ospedale kamala dual nel nord dell'enclave assediato da tre mesi. Atterra a Il Cairo una delegazione israeliana per incontrare l'intelligence egiziana e discutere della gestione dei confini e soprattutto del valico di Rafah nel dopoguerra. Mentre Netanyahu ribadisce che Israele non accetterà un cessate il fuoco permanente, ma solo uno temporaneo. Di opinione opposta le piazze israeliane che continuano a chiedere la fine della guerra e il ritorno di tutti gli ostaggi. In Egitto si sono incontrati anche delegati di Hamas, Jihadi islamica e Fronte Popolare per confermare la proposta di una futura commissione civile alla guida di Gaza. Notevole assente Fatah, il partito di Mahmood Abbas contro cui oggi si sono elevate due forti proteste popolari nel campo profughi di Jenin dove è ancora in corso da più di una settimana un'operazione militare congiunta della polizia palestinese ed esercito israeliano contro le brigate armate del campo. Abbas vuole convincere Israele e la comunità internazionale di essere in grado di governare Gaza a guerra finita, ma i manifestanti lo hanno accusato duramente di collaborazionismo con l'occupazione israeliana.