Potrebbe essere questione di ore o più probabilmente di pochi giorni. La coscienza dell'America è nelle mani di dodici persone. Dodici giurati dei quali non si conosce l'identità, chiusi in un hotel di Minneapolis per deliberare, dopo aver ascoltato i 38 testimoni dell'accusa e i sette della difesa, se Derek Chauvin, ex agente di polizia, sia o meno colpevole dell'omicidio di George Floyd, l'afroamericano tenuto inchiodato a terra con un ginocchio sul collo, nonostante fosse ammanettato, per quasi 10 minuti, perché aveva pagato un pacchetto di sigarette con 20 dollari falsi. Sarebbe tutto qui, un processo a un poliziotto per uno specifico episodio e non un processo alla polizia, ma naturalmente non è affatto così, perché da quello scorso 25 maggio, tra marce pacifiche e scontri violentissimi, il movimento Black Lives Matter, ha portato all'attenzione del mondo intero diverse questioni, che da sempre, lacerano l'America. E allora, sotto i riflettori, questo è diventato un processo a come gli Stati Uniti amministrano la giustizia, un processo alle violenze della polizia e un processo alla mai risolta questione razziale. Perché qui le forze dell'ordine ci vanno pesante. Solo quest'anno sono morte, mentre erano in custodia, più di 300 persone, nel 2020 oltre 1100, quasi la metà neri e ispanici e il più delle volte disarmati. Quasi mai un poliziotto viene incriminato, ancora meno spesso condannato. Nella requisitoria finale, l'accusa nuovamente mostrato il filmato del brutale arresto, credete ai vostri occhi, ha detto il procuratore, è successo quel che vedete. La difesa di Chauvin, ha invece, puntato a insinuare il dubbio che la morte abbia avuto almeno una concausa, problemi cardiaci o di droga. Senza unanimità tra giurati Infatti, non c'è condanna e il processo si deve rifare. Chauvin deve rispondere di tre capi di imputazione per omicidio, con pene che vanno dai 10 ai 40 anni. La giuria può decidere una sentenza di assoluzione o colpevolezza, poi sta al giudice stabilire la pena. E anche una condanna morbida, potrebbe incendiare il paese. Per questo, tra militari della Guardia Nazionale, filo spinato, scuole sospese e coprifuoco, qui si trattiene il fiato.