"Le donne pachistane sono molto resilienti. Si alzano e si difendono. Vogliamo una società moderna ed equilibrata, vogliamo progredire come nel resto del mondo. Siamo delle brave musulmane, ma allo stesso tempo vogliamo che le donne siano consapevoli delle loro capacità. Un agire che non è contrario all'Islam, ma anzi rappresenta il vero spirito islamico. Ho affrontato tre Fatwa, ovvero tre condanne a morte da parte degli estremisti islamici. Sarei dovuta fuggire, invece sono rimasta nel mio Paese a combatterli. Il ritorno di Malala significa che ora c'è più consapevolezza per le donne. Siamo molto felici che sia tornata, soprattutto considerando i sacrifici che ha affrontato per le donne pachistane, in particolar modo nell'ambito dell'educazione. Il fatto che ora sia tornata a sostenere la battaglia femminile significa davvero molto per le donne in Pakistan. Averla accanto ne fa un simbolo di speranza per le donne pachistane. Crimini come quello di Saman mi stanno molto a cuore. Ero nella commissione legislativa sul tema omicidi e nel 2004 ho introdotto l'emendamento per considerare le cosiddette uccisioni d'onore come omicidi. Prima di allora non venivano puniti come tali. Sto seguendo con attenzione il caso di Saman Abbas. Al momento il problema è che, essendo questa una vicenda internazionale, non è ancora arrivato tutto l'incartamento al nostro Ministero degli Esteri. Non appena la documentazione ufficiale sarà inviata dal vostro Ministero degli Esteri noi agiremo e vi assicuro, assicuro al popolo italiano e a quello pachistano che lavoreremo per dare giustizia a Saman Abbas".