“Un missile balistico si sta dirigendo verso l’arcipelago. Mettersi immediatamente al riparo. Questa non è un’esercitazione”. È l’inquietante messaggio che la popolazione dell’arcipelago delle Hawaii, da sempre nel mirino del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, si è visto recapitare sui cellulari dalle autorità statali. Il falso allarme, secondo una prima inchiesta, è stato provocato da un errore umano avvenuto durante un cambio turno. Uno sfortunato impiegato avrebbe dato il via al processo informatico che viene utilizzato solo nelle situazioni di grave emergenza, che invia alle compagnie telefoniche un messaggio che viene poi recapitato in automatico a tutti coloro che si trovano in una particolare area geografica. Con ogni probabilità la procedura era stata studiata, preparata e poi messa in stand-by in modo da essere pronta all’uso in caso di allerta. Le autorità e il Governo dell’isola solo ora sotto accusa per non aver immediatamente rettificato il messaggio. Durante i 38 minuti intercorsi tra l’allarme e la successiva correzione i cittadini e i tanti turisti, che solitamente affollano l’arcipelago, hanno passato momenti di panico alla ricerca di ripari di fortuna come cantine e garage. Le isole Hawaii si trovano a 7400 chilometri da Pyongyang, dunque nel raggio di portata dei missili balistici intercontinentali nordcoreani. Honolulu, la capitale dello Stato, è considerata una località sensibile perché ospita il comando militare del Pacifico.