Clamoroso cambio ai vertici del Vaticano, di quelli che marcano un pontificato. Papa Francesco cambia il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, un tempo nota come Santo Uffizio, il cardinale tedesco Gerhard Müller, il cui incarico è quello di custodire intatta l’ortodossia dottrinale della Chiesa cattolica. Al suo posto, al termine di un mandato quinquennale, mette il vescovo che finora era il numero due della Congregazione, monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer. Posto fondamentale è quello finora gestito da Müller, tanto che venne coperto per decenni dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, che lasciò l’incarico solo quando venne eletto Papa. Diversa la vicenda di Müller, che lascia quando ancora non ha compiuto settant’anni. A settantacinque occorre rassegnare le dimissioni per motivi di età. Quelle presentate da Ratzinger Giovanni Paolo II le rifiutò più volte. Chiamato come Prefetto da Benedetto XVI il 2 luglio 2012, Papa Francesco ha deciso di non rinnovare Müller a capo della Congregazione e il motivo è destinato ad aprire ulteriori scontri nella Chiesa. Müller è dottrinalmente un conservatore e, pur nel rispetto del ruolo e dell’autorità di Papa Francesco, sono note le sue perplessità per alcune scelte di Bergoglio. Durante il Sinodo dei vescovi sulla famiglia del 2014 fu tra i cardinali firmatari di una lettera che esprimeva preoccupazioni circa le procedure scelte. Recentemente si è fatto mediatore tra i cardinali che avevano espresso, in una clamorosa lettera al Papa, dei dubia (dubbi) sulle aperture ai divorziati e ai risposati, riscontrabili nella Lettera apostolica post sinodale di Bergoglio, Amoris Laetitia. La sua rimozione, forse poco strategica, darà fiato a chi nella Chiesa esprime perplessità sulla capacità di Papa Francesco di tenere in armonia le diverse anime del mondo cattolico e lo accusa di chiedere spesso ai cardinali di avere libertà di parola e di pensiero ma poi allontana chi si esprime criticamente.