Con il voto di tutti i rappresentanti dei 57 stati e territori, quello che comunemente viene chiamato roll call, per nominare il concorrente democratico alla Presidenza, Joe Biden è ufficialmente il candidato dei democratici, un voto anche questo inedito con un giro virtuale degli Stati Uniti in 30 minuti per raccogliere i voti di tutti i delegati e dare mandato a Biden. L'ex Vicepresidente è, dunque, il candidato ufficiale del Partito Democratico e accetterà la nomination giovedì prossimo, ma la seconda giornata del raduno democratico è stata anche quella delle generazioni a confronto e l'importanza della leadership con i big del partito, al fianco dei giovani come Alexandria Ocasio-Cortez a cui è stato indicato solo un minuto, tempo speso per promuovere la candidatura di Bernie Sanders. Ma il filo conduttore tra la prima e la seconda giornata sono stati gli attacchi all'attuale Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, arrivati da più parti, dall'ex ministro della giustizia ad interim, Sally Yates, licenziata da Trump per essersi rifiutata di appoggiare il Travel Ban contro i musulmani e che ha accusato Trump di aver calpestato la giustizia, all'ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che ha definito lo studio ovale con Trump come un centro di tempeste piuttosto che un centro di comando. Un Trump che non ha perso occasione di contrattaccare Biden, definendolo un pupazzo. A chiudere la serata è il discorso di Jill Biden, moglie del candidato democratico e possibile prima first lady italo americana, che da insegnante di inglese ha parlato da un'Aula di scuola deserta, un discorso empatico durante il quale ha mostrato di poter raccogliere l'eredità dell'altra first lady democratica, Michelle Obama.