Il primo dato che balza all'occhio dal primo turno delle regionali in Francia è quello dell' affluenza, mai così bassa in un'elezione d'Oltralpe con solo un elettore su tre che si è recato alle urne e tassi di astensionismo record, superiore all'80% tra gli under 35. Segno di disinteresse e disaffezione preoccupanti tanto che il premier Jean Castex ha lanciato un appello ad andare alle urne almeno al secondo turno domenica prossima. L'altro elemento di cui si discute in queste ore è però la sconfitta di quelli che ancora oggi sono considerati i più probabili contendenti per la corsa all'Eliseo del prossimo anno: Emmanuel Macron e Marine Le Pen, entrambi alla ricerca di una nuova identità politica, l'uno guardando più a destra e l'altra più al centro. La Republique En Marche, il giovane partito del giovane presidente, ha dimostrato di non essersi ancora radicato sul territorio ed è finito al quarto posto raggranellando circa il 10%. Mentre il Rassemblement national in versione più moderata e governativa ha mantenuto il secondo posto ma con un netto calo rispetto alle elezioni precedenti. La stessa Le Pen che si presentava nel Pas-de-Calais non è passata al secondo turno. Chi ha vinto allora? Se a sinistra socialisti e verdi vivacchiano ma non sfondano, di sicuro oggi un vincitore c'è ed è il centrodestra dei Republicains, vicini al 30% a livello nazionale. Un successo in particolare per Xavier Bertrand che si avvia a una riconferma alla guida dell'Alta Francia, ma che soprattutto si è già dimostrato un candidato credibile e spendibile per l'Eliseo, il vero ostacolo per Emmanuel Macron.