Russiagate, Trump: non ho registrazioni colloqui con Comey

22 giu 2017
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“Con tutta la sorveglianza elettronica e le intercettazioni che ci sono non ho idea se esistano registrazioni delle mie conversazioni con James Comey, ma io personalmente non ho fatto e non sono in possesso di tali registrazioni”. Via Twitter Donald Trump mette così fine ad un mistero durato per settimane da quando, sempre sui social network, nel pieno delle prime indiscrezioni di stampa sulle sue richieste inappropriate all’ex direttore dell’FBI riguardo a Russiagate, Trump twittava che Comey prima di rilasciare notizie ai media avrebbe fatto meglio a sperare che non esistessero nastri dei loro incontri. Parole che hanno acceso settimane di speculazioni, alimentate dallo stesso Trump che non ha mai fatto chiarezza al riguardo tanto che il Congresso aveva dato alla Casa Bianca tempo fino a domani per consegnare ogni eventuale registrazione. Da qui la decisione del Presidente, con l’avvicinarsi della scadenza, di scoprire le carte nella speranza che si possa a placare la polemica attorno al Russiagate; una vicenda che, a suo parere, è stata montata se non creata ad arte da democratici ancora incapaci di accettare la sconfitta elettorale. Per Trump sarebbe arrivato il momento di spostare i riflettori su altro a partire dalla riforma sanitaria che deve far archiviare l’Obamacare. I repubblicani al Senato, dopo giorni di lavoro a porte chiuse, hanno presentato oggi il loro progetto che prevede sgravi fiscali per i redditi più bassi che vogliono sottoscrivere un’assicurazione, elimina gli aumenti di tasse per i più ricchi che nel Piano di Obama servivano a finanziare l’allargamento della copertura, taglia i fondi per Medicaid che aiuta chi non può permettersi un’assicurazione privata e per Planned Parenthood che offre prestazioni come visite ginecologiche, aborto, contraccezione ed educazione sessuale. Inoltre elimina l’obbligo per privati e società di assicurarsi o di assicurare i dipendenti. I repubblicani sono determinati a portare al voto questa riforma già la prossima settimana, anche se non sarà così semplice dato che molta della classe operaia che ha votato questa volta per loro sulla salute dipende comunque dall’Obamacare. Certo, un successo sulla sanità per Trump rappresenterebbe una bella vittoria a cui sommare nei prossimi mesi anche il progetto annunciato ieri dal Presidente di non garantire alcun welfare per gli immigrati che sono negli Stati Uniti da meno di cinque anni.

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