Attesa, monitorata, seguita con attenzione in tutto il mondo. Ma soprattutto compiuta: è la missione della Sonda Dart della NASA, che ha colpito l'asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria, nell'ambito di un esperimento di difesa planetaria, il primo. L'obiettivo? Valutare la capacità del sistema di difendere la Terra da asteroidi potenzialmente minacciosi in caso di impatto nell'atmosfera. È l'1:15 in Italia quando i tecnici della NASA gridano di gioia per poi lasciarsi andare nel lungo applauso, dopo la certificazione dell'impatto da parte dei tecnici informatici. È l'inizio di una nuova era, testimoniata istante dopo istante dal LICIACube, nanosatellite dell'Agenzia spaziale italiana creato nei laboratori torinesi della Argotech, che ha consentito di seguire il progressivo avvicinamento del corpo celeste, del diametro di 160 metri e grande come uno stadio di calcio, che nel corso di un'ora di diretta si è trasformato da un puntino bianco in avvicinamento ad un masso ben identificato. E mentre la sonda Dart si avvicinava al bersaglio, la telecamera del LICIACube inviava a terra immagini sempre più dettagliate della superficie irregolare e piena di asperità del corpo celeste. Tutto a 14 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Alla velocità di 24000 km orari. "La navicella spaziale delle dimensioni di un distributore automatico, si è scontrata con successo con Dimorphos, che non rappresenta una minaccia per la Terra", ha puntualizzato la NASA al termine del test, superato con successo. Il futuro, quindi, non è mai stato così lontano. È adesso. O meglio: è già iniziato.