Ucrainagate, inviato Usa Volker si dimette

28 set 2019
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Un uomo affidabile, un diplomatico esperto, che dopo aver servito come ambasciatore presso la Nato con il presidente George W. Bush, gli è stato affidato da Trump nel 2017 l'incarico di inviato in Ucraina con un accordo inusuale che gli ha consentito di mantenere il suo incarico universitario. Ma lo tsunami Ucraina Gate che potrebbe portare l'impeachment del presidente Trump ha già mietuto la prima vittima. Kurt Volker convocato a deporre in congresso giovedì prossimo. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato menzionato nella denuncia della talpa dell'intelligence americana come colui che avrebbe aiutato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a gestire le richieste di Trump sull'apertura di un'indagine da parte di Kiev per gettare fango su Joe Biden e intralciare la sua corsa alla Casa Bianca. Insomma, si tratterebbe di un personaggio chiave nell'inchiesta, colui che in buona sostanza avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra Trump e il suo omologo ucraino Zelensky. I democratici ritengono anche che Trump abbia congelato gli aiuti militari all'Ucraina, usandoli come leva nei confronti di Kiev. Non ci sarebbe però solo Volker nell'inchiesta, ma anche il segretario di stato americano Mike Pompeo. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato perché fornisca al Congresso entro il 4 Ottobre i documenti relativi alla telefonata Trump Zelensky. Se non rispetterà l'ordine, che prevede anche la deposizione di cinque funzionari della Cia, sarà accusato di intralcio dell'inchiesta sull'impeachment. L'avvocato di Trump, Rudolph Giuliani, dal canto suo ha fatto sapere che non testimonierà senza il via libera del Presidente, perché il suo lavoro è protetto dal privilegio esecutivo che tutela i rapporti avvocato cliente, soprattutto se si tratta del Presidente degli Stati Uniti. Si tratta comunque di schermaglie legali, la sostanza è che la possibilità di un impeachment a lungo ventilata nelle indagini per il cosiddetto Russia gate, sembra ora molto più concreta, tanto che perfino la speaker della Camera Nancy Pelosi, sostenitrice della tesi che Trump deve essere sconfitto nelle urne, ha fatto cadere le sue resistenze. A complicare il quadro, anche il partito repubblicano che ha sempre mal digerito l'outsider Trump che comincia a guardare all'eventualità come non del tutto negativo.

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