Costituzione alla mano, coccarda tricolore al petto da Milano a Catania, da Roma a Bari in tutti i distretti di Corte d'Appello italiani l'inaugurazione dell'anno giudiziario è stata segnata dalle proteste della magistratura contro la riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere. Manifestazioni e sit-in prima della cerimonia che hanno visto la partecipazione nel capoluogo lombardo anche di ex magistrati che hanno scritto un pezzo di storia del paese. Della riforma, tra problemi di organico, sovraffollamento delle carceri, aumento della violenza di genere, ha parlato anche il presidente della Corte d'Appello di Milano Giuseppe Ondei travisando un rischio per l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e lanciando poi un appello. "Non è possibile che nel diffuso clima di tensione oggi esistente anche gli interventi meramente tecnici dei capi degli uffici giudiziari vengano qualificati come interferenze nelle competenze altrui se non addirittura attaccati in modo gratuitamente denigratorio sulla base di semplificazioni pericolose". Anche a Roma, come negli altri distretti, quando in rappresentanza dell'esecutivo ha preso la parola il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, le toghe presenti hanno abbandonato l'aula. Un gesto poco originale ha detto Mantovano nel suo discorso invitando la magistratura a non rifiutare il confronto. Lo stesso appello, rivolto a Milano dal Presidente del Senato Ignazio La Russa che poi puntualizza: "Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento, ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e di confronto." Resistere, resistere, resistere, ha detto il consigliere del CSM Scaletta nel suo intervento scatenando gli applausi di una parte dell'aula. Procedere, procedere, procedere, ha risposto il Presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano che nella riforma dice di non vedere nessun rischio.