Sul caso della detenzione in Iran di Cecilia Sala, fin dall'inizio avvolto nel riserbo, i genitori chiedono il silenzio stampa. Il senso è chiaro e lo spiegano senza bisogno di interpretazione. È una situazione delicata e perfino parlarne, avventurandosi in ipotesi e retroscena può creare problemi. Del resto la stessa madre della giornalista italiana ventinovenne tenuta in carcere a Teheran, uscendo da Palazzo Chigi dopo l'incontro col presidente del consiglio Meloni, aveva detto chiaramente come fosse difficile capirci qualcosa; Ci si potesse limitare a chiedere aspettare il lavoro del governo, sperare che le modalità della sua detenzione non siano tali da segnare a vita la figlia. Intanto sul cittadino svizzero iraniano Abedini detenuto invece in Italia, su mandato internazionale richiesta degli Stati Uniti, l'Iran ha già detto testualmente alla nostra ambasciatrice Paola Amadei nell'incontro sul caso Sala che si aspetta l'Italia rigetti la politica degli ostaggi degli Stati Uniti altrimenti si rischiano danni ai nostri legami. Con gli Stati Uniti c'è aperta e costante un'interlocuzione sulla vicenda fa filtrare il governo su tutta la situazione per lunedì è accesa l'informativa del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano al Copasir il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica,