Compie 100 giorni il governo Gentiloni

20 mar 2017
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È il primo giro di boa, la prima meta significativa, il primo consuntivo per un Governo, ancora più per questo, nato da un trauma, la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale, assai somigliante al precedente, con la data di scadenza che sembrava ravvicinata. “Sembrava” perché, invece, la finestra elettorale di giugno si è chiusa e Gentiloni, soffiando sulle cento candeline, delinea un orizzonte di lavoro, che non è solo il completamento delle riforme ereditate dal predecessore, ma anche la pianificazione di un’agenda nuova. Insomma, un Esecutivo con una sua fisionomia e pure un suo stile meno rampante, forse, ma più rassicurante, come da definizione dello stesso premier. “Abbiamo una maggioranza solida. Abbiamo una serie di riforme decise dal Governo di cui già facevo parte, guidato da Matteo Renzi, da completare, attuare e sviluppare. Abbiamo nuove iniziative di cambiamento avviate in queste settimane”. Non perde tempo il Governo Gentiloni. Nove giorni dopo la fiducia in Parlamento, alla vigilia del Natale, nottetempo, vede la luce un provvedimento tanto atteso quanto delicato: il decreto “Salva risparmio”, che apre un ombrello pubblico da 20 miliardi su MPS e altre banche in difficoltà. L’11 gennaio il malore che colpisce il premier di rientro dalla Francia: l’angioplastica. Tre giorni dopo, il ritorno in Consiglio dei Ministri. A febbraio arrivano ulteriori misure per i terremotati, poi tocca al decreto sull’emergenza migranti: nuovi centri permanenti per il rimpatrio, 19 milioni di euro per le espulsioni, taglio dei tempi per le domande di asilo. E ancora, il decreto sulla sicurezza, con il Daspo detto “urbano” e maggiori poteri ai sindaci contro il degrado delle città. Da ultimo, il decreto che cancella i voucher. Nella conferenza stampa di fine anno, Gentiloni, appena insediato, riconobbe l’abuso, ma difese lo strumento. Non è il virus che semina lavoro nero. Venerdì scorso il tratto di penna: meglio evitare al Paese una nuova campagna referendaria divisiva. Se i primi cento sono stati intensi e politicamente delicati, i prossimi non si annunciano da meno. A fine maggio, il Governo Gentiloni farà gli onori di casa con i grandi del mondo e per l’autunno dovrà scrivere una manovra che non sia depressiva, ma nemmeno che cozzi contro una procedura di infrazione europea. Nel mezzo, il congresso del PD e le elezioni amministrative.

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