Riprendere la didattica nelle scuole secondarie e superiori in presenza è il nostro obiettivo, anche se non al 100 %, Giuseppe Conte per primo parla della sfida che è per l'esecutivo riportare sui banchi almeno il 50% degli studenti a partire dal 7 gennaio, per farlo ci si coordina con gli enti locali, regioni, comuni e province che in conferenza unificata studiano un piano che soddisfa il mnistro Azzolina, un'intesa che consentirà ai ragazzi di tornare a scuola prima al 50% e poi al 75 %, tutto sempre facendo i conti con una situazione epidemica in costante evoluzione, i toni ottimisti sono gli stessi che richiedono gli enti coinvolti, sino a quella data si continuerà a limare, spiega a Sky Tg24 il ministro De Micheli. Stiamo lavorando io, Azzolina, Lamorgese insieme ai prefetti che stanno facendo un lavoro incredibile, per definire modelli organizzativi territoriali, ogni provincia va il suo modello organizzativo, alcune province l'hanno già definito. C'è un problema ancora aperto nelle grandi città metropolitane, perché ovviamente li c'è una concentrazione anche rispetto alle altre attività produttive. Sulla scuola andranno anche i fondi del recovery, il primo pensiero del premier che teme che previsti i 52 progetti possano essere troppi, e attende il confronto con i partiti di maggioranza, crisi e contro crisi, come li chiama, al momento vengono messe all'angolo, ma dice con fermezza questo piano deve confermare la piena credibilità dell'Italia, se non riusciremo in questo intento questo Governo se ne deve andare a casa con ignominia, che poi è la speranza delle opposizioni, a cominciare da Salvini. Lavoreremo per presentare a gennaio una nostra proposta di utilizzo dei fondi europei, riforma fiscale, cancellazione delle cartelle esattoriali, rilancio delle infrastrutture ferme. Mentre Giorgia Meloni è convinta che sulla sanità siano stati messi pochi soldi, perché il Governo ha deciso di accedere al Mes.