Non hanno niente, io l'ho scoperto dall'app sul cellulare con una notifica che c'erano dei treni cancellati e sono andato in un'altra stazione. In questi due giorni ci si arrangia con qualche regionale che entra dall'Italia sono quasi tutti soppressi. Stazione di Chiasso, il giorno dell'incertezza. Prima lo stop dei collegamenti tra Italia e Svizzera deciso dalla Confederazione elvetica, che dice di non poter mettere in pratica le regole anti Covid previste dall'Italia. Poi l'annuncio serale di un accordo che permetterà la ripresa regolare del traffico. Sono ben 171 i collegamenti ferroviari tra Ticino e Lombardia. Treni vitali per i frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera. Spero solo che sia un discorso momentaneo. Lei prende sempre questo? No, il Tilo che è soppresso stamattina. Il risultato è questo che le conseguenze le pagano le povere persone che come me devono fare avanti e indietro. Noi vogliamo lavorare, non andiamo in giro nei centri commerciali, nei bar, quindi vediamo lavorare. Stiamo in ufficio o in azienda e poi torniamo a casa. Oggi si viaggia solo fino a Chiasso con Trenord. Poi si scende e chi deve proseguire in Svizzera prende un Tilo, treno metà Trenord metà Ferrovie federali svizzere. Viceversa si fa al contrario. Gli unici treni che attraversano la frontiera oggi sono gli Eurocity. A Chiasso sale a bordo il personale Trenitalia con i termometri, sono loro a fare controlli tutti i passeggeri al posto degli svizzeri. Un accordo ancora non c'è e noi stiamo aspettando che il decreto, come discusso ieri tra le autorità svizzere e italiane, venga modificato. La modifica fondamentalmente consiste nel fatto che i controlli previsti non siano più l'onere delle Ferrovie federali svizzere né di Tilo, ma vengono svolti in altro modo. Quindi, finché il decreto non verrà modificato nessun treno Tilo arriverà o andrà in Italia. Un bel disagio che ricade sui lavoratori. Quello che ci preoccupa è che non ci sia rilevazione della temperatura, che non ci siano distanziamenti sui treni svizzeri. Questo è un problema, ovviamente, di salute per i frontalieri che poi si portano il virus in Italia in una condizione svizzera, che non dimentichiamo, ha i tassi tra i più alti di contagio.