Una battaglia sociale e politica che ha coinvolto personaggi del mondo dello spettacolo e non solo, che ha coinvolto l'informazione e che passa inevitabilmente dal Parlamento. Il nome del disegno di legge è quello del deputato PD Alessandro Zan, che ha dato vita all'iniziativa. Il disegno di legge contro l'omotransfobia, che si propone di prevenire, contrastare la discriminazione e la violenza basate sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità. La proposta di legge approvata alla Camera il 4 novembre scorso è ora all'esame della Commissione Giustizia del Senato. Commissione presieduta dal leghista Andrea Ostellari, accusato di frenarne la discussione e l'esame. Accuse però respinte al mittente dal diretto interessato, che rilancia un testo a firma Lega che punta ad ampliare le tutele per le persone vulnerabili, andando oltre il DDL Zan. Il tema certo resta divisivo per l'attuale maggioranza, centro-sinistra da una parte a favore del via libera, centrodestra contrario dall'altro. Il testo prevede l'estensione dei cosiddetti reati d'odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa, l'articolo 604 bis del Codice Penale, a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne e disabili. Previste, in tal caso, la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6000 euro per chi commette o istiga a commettere atti di discriminazione. E c'è anche il carcere, da sei mesi a quattro anni per chi invece istiga a commettere o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza. C'è una cosiddetta clausola salva idee, che riguarda la libera espressione di convincimenti od opinioni e l'istituzione della giornata nazionale contro l'omofobia, nella data del 17 maggio. Ma non si tratta dell'unica battaglia in Parlamento, anche lo ius soli divide la maggioranza, così come la legalizzazione della cannabis o la disciplina sul fine vita. Il primo tema rilanciato dal segretario del PD Letta, ma osteggiato dal centrodestra, è stato approvato soltanto dalla Camera nel 2015, ora giace al Senato, di fatto fermo dal 2017, e prevede la cittadinanza per chi nasce in Italia. L'iter della legge sulla legalizzazione della cannabis è ripartito in Commissione a Montecitorio e vede i 5 Stelle favorevoli, non così Il Carroccio, ma le posizioni sono differenti anche all'interno delle stesse forze politiche. Ci sono poi i 5 disegni di legge sul fine vita, e anche il disegno di legge Pillon sull'affido condiviso, arenatosi nel settembre 2019 ad accendere gli animi.