La testa in Parlamento, lo sguardo all'Europa. Sui migranti il governo ha scelto la linea dura. L'obbiettivo del decreto Cutro infatti è cancellare la protezione speciale. L'opposizione invece ha scelto la trincea della commissione per fare ostruzionismo e cercare di rallentare il passo della maggioranza, che però intende giocarsi tutto in aula. Lì, tra poche ore, il provvedimento approderà senza mandato al relatore. Intanto si lavora con una sorta di triangolazione istituzionale tra Quirinale, Palazzo Chigi e Palazzo Madama per evitare che ci siano dei rilievi dal Colle, come fu nel 2018 per i decreti Salvini. Il Ministro dell'Interno, Piantedosi, assicura: "Io sono convinto che i lavori parlamentari, che adesso sono in corso, riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra quello che sicuramente è, e c'è sempre stato, il rispetto degli obblighi costituzionali che il nostro paese, anche nei fatti, ha sempre assicurato più di qualsiasi altro paese. Quindi gli obblighi di natura umanitaria, di natura costituzionale". E mentre si stringe in Parlamento, il governo attende la mano tesa dell'Europa. La plenaria di Bruxelles infatti ha deciso di aggiungere al dibattito delle prossime ore il tema della solidarietà europea al nostro paese, ma per facilitare il salvataggio di vite, come proposto da verdi e sinistra, e non per la situazione emergenziale affrontata dall'Italia come chiesto invece dal Partito Popolare Europeo. "Il governo sembra ostaggio di una narrazione demagogica volta a parlare all'irrazionalità, alle paure delle persone. Come se l'immigrazione fosse un'invasione da parte di persone che ci impoveriscono e che ci tolgono ricchezza". Ma c'è un altro fronte aperto sul tema immigrazione, la dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina di un commissario. Diversi sindaci e quattro governatori dem infatti hanno contestato questa scelta. Per Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, il governo esautora di fatto gli amministratori dalle loro funzioni. I numeri dicono che nel 2023, su 19 mila decisioni adottate finora dalla commissione territoriale sulla domanda di asilo, il 20% è stato di riconoscimento della protezione speciale.