Sarebbe un errore pensare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come ad un elenco di progetti e scadenze. Questa volta c'è in gioco il destino del Paese, la sua credibilità. Il piano di Draghi, per rimettere in moto l'Italia arriva in Parlamento, con il Premier che si appella alla responsabilità di tutti. Snocciola i numeri dei danni provocati dalla pandemia, -8,9% di PIL, occupazione giù del 2,8%. Per recuperare, questa volta non servono ritardi e miopie. Saranno messi in circolo 248 miliardi di euro, 119 dall'Europa, 30 dal bilancio italiano a cui se ne aggiungono altri 26, per opere legate alla mobilità. Cifra enorme che impone un appello all'unità, ma anche un monito, che si materializza nelle parole che furono di De Gasperi: "L'opera fallirà, se non sorgeranno uomini disinteressati, pronti a sacrificarsi per il bene comune". "Il piano ha tre obiettivi principali, il primo con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali, della crisi pandemica". Le 300 pagine di progetti e impegni, dopo Montecitorio, passeranno a Palazzo Madama e venerdì saranno trasmesse a Bruxelles. Nell'elenco, ci sono riforme in stand-by da decenni, l'idea di un Paese moderno ed inclusivo, una crescita attenta all'ambiente. Annuncia anche un Decreto, per aiutare i giovani a comprare casa con dell'anticipo, prima del mutuo, garantito dallo Stato. Per qualcuno un libro dei sogni, ma dalla cui realizzazione, dipenderanno gli aiuti per uscire dalla crisi. "Sono certo che riusciremo ad attuare questo piano, sono certo che l'onestà, l'intelligenza, il gusto del futuro, prevarranno sulla corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti. Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli italiani". La maggioranza applaude convinta, l'opposizione lamenta un piano chiuso ed impacchettato. Draghi ascolta e ricorda a tutti, che se le cose non dovessero andare, questa volta, non ci sarà la possibilità di rimediare.