Governo lavora a misure fino al 6 aprile, tensione Lega-Pd

26 feb 2021
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Il nuovo Dpcm è quasi pronto, la prima bozza sarà consegnata nelle prossime ore agli enti locali per una visione e in attesa di eventuali ulteriori indicazioni. Ma nell'esecutivo non mancano scintille sulla linea da tenere, come nel caso del battibecco a distanza tra il leader della Lega Salvini e il segretario dem Zingaretti e se i governatori spingono per qualche riaperture in fascia gialla, come nel caso ad esempio dei ristoranti o dei bar nelle ore serali, il titolare della salute Speranza avverte che si registra nelle ultime ore una crescita dei casi e che quindi è necessario non allentare le misure adesso. Governo e regioni sono in costante contatto e dopo l'ultimo incontro potrebbero tornare a vedersi nel fine settimana, il ministro Gelmini, intanto, ha annunciato che per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche le chiusure partiranno da lunedì, resta fermo per ora, e in attesa di proposte concrete e più funzionali su possibili nuovi metodi di valutazione del rischio, il sistema delle fasce, la disponibilità al confronto con le regioni è totale, ribadisce la Gelmini, ma al momento si va avanti con i colori. Il Dpcm avrà validità fino al 6 aprile, includendo quindi le festività pasquali e di pari passo scoppia la polemica politica. Mi rifiuto di pensare ad altre settimane o altri mesi, addirittura di chiusura e di paura, se ci sono situazioni locali a rischio si intervenga a livello locale, però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani. A stretto giro la replica di Zingaretti, Salvini porta il Paese sulla strada sbagliata, è irrispettoso per italiani mettere a rischio le loro vite. Poi, parlando alla direzione del Pd, chiede all'esecutivo uno scatto in avanti sul recovery plan e sul ruolo delle donne. Al nuovo Governo che giustamente ha rivendicato la libertà di ritornare a verificare quel programma che noi difenderemo sempre come appunto quello dell'asse legato alla parità di genere. Intanto a un'alleanza più strutturata proprio con il Pd ci pensa il ministro degli esteri Di Maio che guarda a Giuseppe Conte a un ruolo di rilievo per l'ex premier, è una personalità dice Di Maio, troppo stretto per lui il comitato a 5 del movimento, una soluzione si troverebbe e gli iscritti accetterebbero perché, aggiunge, il suo ingresso sarebbe un fatto importantissimo per la politica italiana. Quanto alle espulsioni, le definisce un dramma, ma le regole dice vanno rispettate più.

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