Dunque la questione non è il diritto di sciopero, che a sentire le parole di tutti, comprese quelle del ministro dei trasporti non è in discussione. Né se il settore del trasporto pubblico locale possa astenersi dal lavoro senza individuare fasce di garanzia, può farlo entro limiti molto angusti, è legale. La questione riguarda in primo luogo l'opportunità di un atto del genere e lo stretto legame con il modo in cui il sindacato intende rappresentare gli interessi dei suoi iscritti e poi in ultima analisi, ma forse più importante, il piano inclinato in cui in questo Paese sta scivolando, nemmeno tanto lentamente, il diritto alla mobilità che, forse giova ricordarlo, è tra quelli costituzionalmente garantiti. Il primo punto è ovviamente il più controverso, però forse c'è una riflessione che una larga maggioranza può condividere, scegliere di proclamare uno sciopero del trasporto pubblico locale senza fasce di garanzia, pur legale, vuol dire scegliere di privilegiare un interesse corporativo o almeno, per essere ancora più precisi, difendere un interesse generale, quello a un sistema di trasporti efficiente, in un modo che almeno per un giorno quell'interesse generale ignora. Quindi abdicare a qualcosa che i sindacati, soprattutto le confederazioni CGIL CISL e UIL, hanno sempre rivendicato, la loro natura non corporativa che a ben vedere è uno dei modi, in questo Paese, di dichiararsi antifascisti e di conseguenza la vocazione alla rappresentanza di tutti i lavoratori e ancora più in generale degli interessi collettivi della società nel suo insieme, in particolare dei soggetti più deboli. La fiducia nei sindacati è da tempo in ribasso in questo Paese, con il Governo le relazioni sono quantomeno controverse, se questo sia un vantaggio ognuno può farsi un'idea, difficilmente però l'impopolarità può essere un obiettivo per qualsiasi corpo intermedio, sindacati ovviamente compresi. Insomma certe modalità di sciopero andrebbero valutate con grande, maggiore attenzione e poi sullo sfondo dell'ennesimo venerdì nero c'è il problema della mobilità, trasporti pubblici e mezzi privati. Anno nero il 2024 che segue ad altri che, per carità, coloriamo in grigio scuro. In particolare nelle città e soprattutto nella capitale i soldi del PNRR destinati a questo sono ingenti 9,5 miliardi, euro più euro meno, nessuno, davvero nessuno se n'è accorto.