La sua macchina da scrivere ci porta indietro nel tempo dal 1948 al 1972, gli anni di Giovanni Spadolini, storico e giornalista prima del suo impegno politico. "Lui parlava di avere tre anime: lo storico, il giornalista l'uomo delle istituzioni, cioè il politico. Praticamente in ogni istante era sempre con queste tre attività in mente". Nelle scale della Biblioteca della Fondazione a Pian dei Giullari, sulle colline fiorentine in mostra con il Ministro Piantedosi all'inaugurazione le tracce della sua esperienza iniziata con il Messaggero, passando per il Corriere della Sera di Missiroli, Il Mondo di Pannunzio ed Epoca di Alberto Mondadori. Poi le grandi direzioni: Il Resto del Carlino di Bologna e ancora il Corriere senza mai abbandonare il giornalismo culturale della nuova antologia dal 1955 alla morte. L'uomo di sapere a cui si deve la nascita del Ministero dei Beni Culturali, 100.000 volumi nella sua personale biblioteca, il primo non Democristiano a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. "Lo ricordo come uno zio, uno zio un po' ingombrante, sicuramente per lui che non aveva moglie ma legatissimo alla madre, noi nipoti eravamo la sua famiglia. Il rispetto per le Istituzioni, sempre. Il grande insegnamento e il rispetto che oggi sembra completamente essere dimenticato".