Da un lato i segnali di speranza che arrivano dai vaccini ormai pronti alla distribuzione, dall'altro l'imperativo che l'emergenza socio-sanitaria ed economica impone: il non chiudersi in sé stessi, la collaborazione, cioè la condivisione di una sfida comune a un nemico comune e il messaggio di Sergio Mattarella, nel tradizionale appuntamento di fine anno per gli auguri al corpo diplomatico, in un insolito salone delle feste al Quirinale, di fatto semivuoto per la particolare situazione emergenziale. Dalla prova che stiamo vivendo dolosamente, scaturisce con forza ancora più intensa l'esigenza di una collaborazione senza riserve. Conseguenza diretta di un mondo sempre più interconnesso. Sfide globali devono essere fronteggiate da una governance effettivamente ed efficacemente globale. C'è la necessità di garantire l'accesso di tutti i popoli alle iniziative di immunizzazione, aggiunge Sergio Mattarella, "perché il vaccino" ricorda "è un segnale di speranza". Il mondo del resto chiede una svolta, una svolta che non può che passare da una rete di collaborazione internazionale. L'Italia può dire la sua con la prossima presidenza del G20. Non manca un richiamo alle tensioni nel Mediterraneo, alla condizione della Libia, che richiede attenzione. Persona, pianeta, ripresa economica sono le tre parole chiave per superare la drammatica condizione sanitaria. Nessun Paese da solo, si è dimostrato in grado di proporre risposte efficaci alla crisi. Sono sfide che riguardano tutti, spiega e avverte il capo dello stato, sfide che non ci consentono illusioni, ma che richiedono unità di intenti e uno sforzo collettivo.