Meloni, il governo e l'incognita Silvio

19 ott 2022
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Sarà anche il più breve della storia repubblicana questo tempo autunnale tra le elezioni e la formazione del Governo eppure a Meloni deve sembrare un tempo infinito, comunque troppo lungo. I dolori della giovane Giorgia in questo romanzo di formazione aumentano e si moltiplicano, arrivano da chi deve darsi un antidoto alla sconfitta elettorale, cioè entrambi i suoi per ora insostituibili compagni di strada. I colpi si alternano e si danno reciprocamente forza, i più pericolosi parevano quelli di Salvini. Il suo sogno di tornare Ministro dell'Interno, la sua leadership all'interno del Carroccio in bilico, pericolosi ma prevedibili. La premier in pectore ha schivato quei colpi uno ad uno poi però è tornato Silvio Berlusconi. Il pizzico di follia che porta sempre con se è acceso dall'egoismo dell'anziano che non ha nulla da perdere e può permettersi di scherzare con tutto, anche con la formazione di un Governo di centro-destra, atteso da anni ma che visto che il cavaliere non ne è il fulcro, il cavaliere non ama. E allora da qualche giorno sono fuochi d'artificio, nella sostanza capaci di incendiare la casa comune del centrodestra che il voto del 25 settembre sembrava aver reso inattaccabile, nella forma sempre sorprendenti come il personaggio ha abituato il suo pubblico. Il Vaffa a La Russa, neo presidente del Senato, gli epiteti per iscritto e in bella mostra alla futura Premiere, l'investitura a suo consulente politico ma all'insaputa di Giorgia, la designazione di Elisabetta Casellati a Ministra della Giustizia a fronte di telecamere con i giornalisti che gli chiedono se Meloni fosse d'accordo e lui dice. Sì, sì. E poi ci si perdoni il termine bellico, l'artiglieria pesante. Putin uomo di pace, Putin che gli scrive parole dolcissime nel giorno del suo compleanno, Putin che lo annovera come il primo tra i 5 amici che gli sono rimasti, Putin che ci regala 20 bottiglie di Vodka e lui il Cav che ricambia con il Lambrusco. Chissà se a Fratelli d'Italia qualcuno ha pensato al test del palloncino, di certo Giorgia ha fretta, altri incidenti così e il suo romanzo di formazione del Governo rischia di non avere quel lieto fine che molti consideravano scontato.

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