Le decine di bandierine tricolore sventolate dai bimbi dell’Istituto Galilei, la più grande scuola italiana di tutta l'Africa, chiudono la visita del Presidente Giorgia Meloni. Due giorni in Etiopia per dire che l'Italia qui vuole avere un ruolo, non solo per le opportunità economiche, ma anche e soprattutto per provare ad arginare le partenze di migranti. La linea del Governo è quella del Piano Mattei, creare sviluppo per ridurre la spinta a lasciare il proprio paese. Poi agevolare flussi regolari e protetti. Ecco perché, spiega la premier, servono regole chiare ed uniformi per gli ingressi in Italia a cominciare dalla cosiddetta protezione speciale. "Io mi do come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché la protezione speciale è una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d'Europa e io credo che l'Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento". Archivia come positivo questo viaggio, alla luce anche del trilaterale con il premier etiope e quello somalo. L'Italia è apprezzata, ora bisogna recuperare il tempo perso evitando anche la crescita dell'influenza russa e cinese. C'è spazio anche per le questioni italiane, sul caso Uss, la fuga della spia di Mosca arrestata in Italia, qualcosa non ha funzionato, ne parlerà con il Ministro Nordio. Poi i cambiamenti sul PNRR. Tutto avverrà rispettando le regole, ma non esiste una scadenza al 30 aprile. "Intanto rispettiamo le scadenze, ovviamente, poi per quello che riguarda le modifiche del piano, ci prendiamo il tempo che è necessario a ottenere il vero obiettivo, che non è fare i primi della classe e presentare una settimana prima il lavoro che abbiamo fatto, ma è fare un lavoro che ci consenta di spendere al meglio queste risorse". Infine il futuro del centrodestra e il partito unico. Pluralità è ricchezza, come dire, per il momento resta tutto così com'è.