Alla fine i riflettori sono tutti puntati su una foto, quella che ritrae Giorgia Meloni e il presidente egiziano Al Sisi. Più che per la questione climatica questa Cop 27 per noi verrà ricordata come il momento che ha dato il la al disgelo nei rapporti tra Roma e Il Cairo dopo il caso Regeni; perché è vero che Palazzo Chigi sottolinea come la Meloni abbia segnalato la forte attenzione sulla vicenda; Ma l'entusiasmo egiziano sul rinvigorimento dei rapporti bilaterali chiarisce bene che il vero o presunto isolamento dell'Egitto è destinato a finire. Anche il portavoce di Al Sisi che si appresta a diventare Ambasciatore a Roma condivide quella stessa attenzione, ma non può non gioire per i progetti sull'energia, sul rafforzamento dell'interscambio, sul gas liquido aprendo anche ad una collaborazione sui migranti. La durata, un'ora e 15 minuti, conferma che il bilaterale è stato orientato alla ripresa di un rapporto. Dopo la morte di Regeni Al Sisi aveva visto solo Conte; due incontri, ma le tensioni sul ricercatore ucciso erano ancora forti per poter andare oltre. Oggi la crisi e la ragion di Stato sembrano di imporre un passo avanti. La missione a Sharm per la Premier è stata, in realtà, una girandola di bilaterali; il britannico Sunak, l'israeliano Herzog, il Premier algerino, quello etiope, il segretario del ONU Guterres, il cancelliere Scholz con l'impegno reciproco a trovare un punto di convergenza su migranti e navi delle ONG ed infine anche il clima. "L'Italia resta impegnata nel perseguire una decarbonizzazione in piena armonia con gli accordi di Parigi." Ma pure qui pragmatismo; la transizione deve essere giusta e andare di pari passo con la difesa di economia e società.