I cinque referendum ammessi dalla Corte Costituzionale dopo che entro il 10 febbraio verranno depositate le motivazioni della sentenza vedranno gli italiani chiamati al voto in una data compresa fra la metà di aprile e la metà di giugno. Con un dato di fatto che vede il quorum, che consegna la validità alla consultazione, raggiunto dal 2000 ad oggi solo quattro volte a fronte dei 22 referendum per cui non c'è stato. Gli argomenti su cui i cittadini si dovranno stavolta pronunciare riguardano il lavoro per i quattro quesiti voluti in particolare dalla CGIL e la cittadinanza per gli stranieri, referendum portato in campo da +Europa, quest'ultimo quesito mira a dimezzare i tempi perché uno straniero maggiorenne extracomunitario possa chiedere la cittadinanza italiana portando a cinque gli attuali dieci anni di residenza legale continuativa in Italia necessari. In tema di lavoro il primo quesito ha come obiettivo la cancellazione del Jobs Act sul contratto a tutele crescenti chiedendo in particolare l'abrogazione delle norme che consentono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo, altro quesito mira ad accrescere le tutele per i lavoratori delle piccole imprese cancellando il tetto all'indennità nei licenziamenti, nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Il terzo referendum sul lavoro punta all'eliminazione di una serie di norme che hanno portato a una liberalizzazione dell'utilizzo dei contratti a termine, infine col quarto ed ultimo quesito che tocca il delicato tema degli infortuni e incidenti sul lavoro si vuole arrivare a coinvolgere nella responsabilità, oltre che appaltante e subappaltante, anche il committente escluso invece dalle attuali norme.