Lo sfogo, le reazioni, le polemiche le indignazioni un vortice in piena regola dopo il video di Beppe Grillo dove l'ex comico ha preso le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri tre suoi amici, nei confronti di una ragazza italo-svedese conosciuta in Sardegna a Porto Cervo nell'estate del 2019. PD, Forza Italia, Italia Viva Fratelli d'Italia, una scia di reazioni alle parole di Grillo, alla sua di reazioni al suo: "Arrestate me" urlato più volte. Parole inaccettabili, il commento di Enrico Letta, tutta la solidarietà alla ragazza denigrata. Il Movimento 5 Stelle acceleri la sua transizione e con la guida di Conte, abbracci, sempre, comunque garanzie e principi dello Stato. Scrive invece Peppe Provenzano, vicesegretario del Partito Democratico. Attacco al garante pentastellato da parte di Matteo Salvini, da Grillo garantismo a giorni alterni, il sabato io sono colpevole, il lunedì suo figlio è innocente. Poi anche Maria Elena Boschi: Che Beppe Grillo usi il suo potere mediatico e bonifico per assolvere il figlio, è vergognoso. Commento arrivato, ha stretto giro, anche da Giorgia Meloni: distonico un Grillo che attacca la magistratura, dopo aver usato il giustizialismo per anni. Molti parlano di arringa scomposta, ma di umana comprensione per il papà e non politico, altri invece, di frasi dense e piene di ambiguità, equivoci e maschilismo. Dai 5 Stelle solidarietà a Grillo padre, ma fiducia, al tempo stesso, nel lavoro della magistratura. Ma nel cuore dei 5 Stelle, c'è anche chi non è d'accordo e che punta il dito contro Grillo. Sulle pagine di Repubblica Federica Daga deputata, vittima anche lei di violenze, non accetta la difesa grillina e dice: "Parole gravi, io ho denunciato, dopo sei mesi".