Polemiche politiche dopo il video di Beppe Grillo

20 apr 2021
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Anche Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo, difende il figlio Ciro, dall'accusa di stupro e anche lei come Beppe Grillo dice: "C'è un video che testimonia l'innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente. La data della denuncia è solo un particolare". Ormai è uno scontro a tutto campo, con tanto di polemiche politiche e tensioni, dopo lo sfogo ieri via social, di Beppe Grillo. Le reazioni e l'indignazioni, in un vortice in piena regola che coinvolge tutti: PD, Forza Italia, Italia Viva, Fratelli d'Italia, LEU e sullo sfondo, sempre le parole di Grillo, al suo "Arrestate me", urlato più volte. Un caso che crea non pochi imbarazzi, nell'alleanza PD-Cinque Stelle e che irrompe nell'aula della Camera, all'apertura dei lavori. Il Centrodestra attacca e chiede chiarimenti, Matteo Salvini a sua volta attacca e punta il dito contro Grillo. "Chieda scusa a tutte le donne italiane". Anche Matteo Renzi critica e tra i Cinque Stelle, Davide Crippa: "Questa vicenda, oggi, al vaglio della magistratura italiana, che noi da sempre rispettiamo e su cui poggia, da sempre per noi, la nostra fiducia. Sta alla giustizia oggi fare il suo corso e stabilirne la verità giudiziaria". Questo video lo porterò in Procura, perché reputo che sia una prova a carico, dice invece l'avvocato Giulia Bongiorno, molti parlano di arringa scomposta, quella di Grillo, ma di umana comprensione per il papà e non per il politico, altri invece di frasi dense e piene di ambiguità, equivoci e maschilismo. Ma nel cuore dei Cinque Stelle, c'è anche chi non è d'accordo. Sulle pagine di Repubblica, Federica Daga, deputata, vittima anche lei di violenze, non accetta la difesa grillina e dice: "Parole gravi, io ho denunciato dopo sei mesi". La deputata di Italia Viva, Lucia Annibali, reagisce invece così: "Di certo non possiamo tollerare, appunto i toni e le parole utilizzate. Parole e toni che denotano, innanzitutto una profonda ignoranza e mistificazione su quelli che sono i principi, che regolano il nostro stato di diritto e le vicende processuali in sé, noi siamo da sempre garantisti ma è la Costituzione che ce lo chiede, la presunzione di innocenza per noi vale, per tutti, purtroppo non è stato così fino adesso".

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