Succede di tutto nell'ultimo Consiglio dei Ministri sul recovery plan, durato 5 ore interrotto continuamente perché non c'è verso di trovare un accordo. Italia Viva continua a ribadire le sue vibrate proteste per il metodo e anche per la sostanza. Bellanova parla perfino di incostituzionalità della struttura ideata dal Governo per gestire i fondi. Conte insiste che per il successo dell'operazione è necessario l'apporto di tutti. Insomma, in questo tira e molla si va avanti finché a un certo punto arriva il risultato del tampone di Luciana Lamorgese positiva al coronavirus. Fine il Consiglio dei Ministri, tutti a organizzarsi per fare i tamponi. DI Maio eBonafede che erano vicini alla Morgese in isolamento fiduciario. Nelle prossime ore altro Consiglio dei Ministri perché la questione è rimasta aperta. La bozza entrata a Palazzo Chigi parla di un comitato esecutivo formato dalla triade Conte, Gualtieri e Patuanelli col Ministro degli Affari Europei Amendola a fare da raccordo con Bruxelles. A questo comitato si affiancano i sei esperti, uno per ogni area di intervento. Italia Viva una definisce una struttura inaccettabile e appunto incostituzionale che esautora il Parlamento e di fatto gli altri Ministri. Se i Ministri non sono adeguati è un altro problema. Noi abbiamo provato a sollevare il tema che in alcuni dossier c'è bisogno di qualche aggiustamento. Conte ha risposto in maniera netta che la squadra a lui va benissimo com'è. Allora giochi con questa squadra, non con tre o quattrocento consulenti da assumere. Mentre si cerca di limare le tensioni anche il fronte della riforma del Mes resta caldo, col voto del 9 alle porte. La maggioranza deposita la sua risoluzione, ma già i 5 Stelle dicono che è aperta a modifiche anche all'ultimo e parlano di confronto costruttivo in corso. Diciamoci la verità, luna divisione c'è stata all'interno del Movimento su questa cosa. Sono certo che alla fine del dialogo, arriveremo ad una sintesi e mercoledì saremo tutti compatti per il Presidente Conte. La Lega è netta. La nostra maggioranza si atteggia a progressista, guarda al passato per conservarne solo il peggio come le regole dell'austerità che la riforma reintroduce nel trattato Mes. Il centrodestra unito si oppone a questa barbarie. E Berlusconi ribadisce il suo no e dice "non è una questione politica europea, ma un accordo fra stati e penalizza l'Italia".