Il discorso di Renzi: la poltrona che salta è la mia

05 dic 2016
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“Credo nella democrazia. Per questo, quando uno perde, non fa finta di nulla fischiettando e andandosene a letto sperando che passi velocemente la nottata. Credo nell’Italia, per questo penso che sia doveroso cambiarla. Nei mille giorni e nelle mille notti passate in questo palazzo ne ho viste le possibilità straordinarie, uniche al mondo, ma perché queste possibilità si realizzino, per me, l’unica chance che abbiamo è quella di scattare, non di galleggiare. È quella di credere nel futuro, non di vivacchiare. La democrazia italiana di oggi si basa su un sistema parlamentare. Quando abbiamo chiesto la fiducia abbiamo proposto di semplificare il sistema, di eliminare il bicameralismo, di ridurre i costi della politica, di allargare gli spazi di democrazia diretta. Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto. Non siamo stati convincenti, mi dispiace, però andiamo via senza rimorsi. Se vince la democrazia e vince il ‘no’ è anche vero che noi abbiamo combattuto una buona battaglia con grande determinazione e passione. Com’era evidente e scontato fin dal primo giorno, l’esperienza del mio Governo finisce qui. Credo che per cambiare questo sistema politico, dove i leader sono sempre gli stessi e si scambiano gli incarichi, ma non cambiano il Paese, non si possa far finta, per l’ennesima volta, che tutti rimangano incollati alle loro abitudini prima ancora che alle loro poltrone. Volevo cancellare le troppe poltrone della politica italiana al Senato, alle Province, al CNEL. Non ce l’ho fatta. Allora, la poltrona che salta è la mia. Domani pomeriggio riunirò il Consiglio dei ministri, ringrazierò i miei colleghi per la straordinaria avventura, una squadra coesa, forte, compatta, e salirò al Quirinale dove al Presidente della Repubblica consegnerò le mie dimissioni. Tutto il Paese sa di poter contare su una guida autorevole e salda, quale quella del Presidente Mattarella”.

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