L'assoluzione di Virginia Raggi si impone sul Movimento 5 Stelle, evidenziando una serie di crepe tutte interne alla galassia grillina. Complicando il rapporto con il Partito Democratico. Il Sindaco di Roma festeggia la vittoria, ma non nasconde l'amarezza per essere stata lasciata politicamente sola e punta il dito. La soluzione toglie un pretesto per farmi fuori a chi magari già immaginava un mega inciucio per la corsa al Campidoglio. A denunciare il fuoco amico è stato anche Alessandro di Battista. Una sua eventuale condanna, spiegano voci di Palazzo, avrebbe consentito più facilmente al Movimento 5 Stelle di lavorare a un accordo con il Partito Democratico su un nome condiviso per Roma, rinsaldando l'asse con i dem, ma nulla di fatto. Ora rischia di aumentare la distanza con il Pd che dalla Raggi ha sempre preso le distanze politicamente. Il segretario Zingaretti, che non ha mancato di congratularsi con il Sindaco dopo la sentenza, ha più volte definito disastrosa l'attuale gestione della capitale. Insomma, la situazione per le prossime amministrative si complica anche perché a incalzare il Pd c'è Carlo Calenda, che presenterà entro febbraio il suo programma e la sua squadra. Il Pd decida cosa fare, ribadisce l'ex Ministro dello sviluppo economico. Al momento l'unico sfidante della Raggi, nelle elezioni della prossima primavera. Il centrodestra, infatti, non ha ancora trovato l'intesa sul proprio candidato. Negli ultimi giorni sono aumentate le chance di Bertolaso, l'ex capo della Protezione civile potrebbe avere l'appoggio anche di Fratelli d'Italia.