Alla fine la decisione è arrivata. Aboubakar Soumahoro si è auto sospeso dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra. Una vicenda che da giudiziaria fin da subito si è trasformata in politica e che giunge come epilogo dopo due lunghi incontri in due giorni con i vertici del suo gruppo parlamentare e i due leader, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e che segue l'inchiesta sulle cooperative gestite dalla sua famiglia, con la suocera indagata per malversazione, stipendi non pagati nelle sue cooperative che danno lavoro ai braccianti in provincia di Latina e che dopo l'ispezione da parte delle autorità competenti, ha spiegato di non ritenersi responsabili di queste mancanze. Risponderò punto su punto alle critiche, dichiara intanto il diretto interessato che ribadisce la sua estraneità alle vicende emerse in questi giorni. Credo nei valori dell'integrità e mi sono auto sospeso per rispetto e tutela della storia che mi porta qui, spiega in un'intervista televisiva, ammettendo come sulla cooperativa in questione avrebbe dovuto verificare di persona, e ancora. Se avessi saputo delle indagini non mi sarei candidato, dice. Una decisione, spiegano Verdi e Sinistra in una nota, presa con la massima libertà, che rispettiamo e che seppur non dovuta, mostra il massimo rispetto che Soumahoro ha delle istituzioni e del suo impegno politico in difesa degli ultimi. Di fatto un compromesso tra chi ne chiedeva l'espulsione e chi invece rimarcava come lo stesso ex bracciante ora deputato non fosse nemmeno indagato. Un modo anche per consentire al sindacalista di origini ivoriane di spiegare con più serenità le sue ragioni. Restano i dubbi politici su alcune dichiarazioni rese e su altre non rese, quanto ai problemi della cooperativa di famiglia e ancora sul suo video pubblicato sui social con lui in lacrime, fino al merito della vicenda giudiziaria, tenuta all'oscuro dai vertici dell'Alleanza. Di qui l'inevitabile pressing nei suoi confronti poi conclusosi con l'auto sospensione.