Alle 18 in punto, Palazzo Chigi si illumina di rosso e sulla facciata principale scorrono i nomi delle donne vittime di femminicidio nel 2022. "Abbiamo preso questa iniziativa per non dimenticare che i femminicidi avvengono praticamente ogni 3 giorni, uno ogni tre giorni. Ci sono 104 nomi che stanno scorrendo sulla parete di Palazzo Chigi". Poco prima, a Palazzo Giustiniani, l'uscente commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio del Senato ha presentato la relazione finale sull'attività svolta in questi anni. La prima a parlare, Giorgia Meloni. Per la Presidente del Consiglio, contro il femminicidio «i tre pilastri sono: prevenzione, protezione e certezza della pena». A illustrare i contenuti della relazione la presidente della commissione, Valeria Valente, che ha posto l'accento sulle priorità assolute da affrontare: "specializzazione e formazione di tutta la rete degli operatori, dove per operatori non intendiamo solo chi è chiamato a proteggere le donne ma anche chi, come gli operatori dell'informazione, è chiamato a raccontare la violenza e chi è chiamato a educare i nostri ragazzi a cambiare mentalità per abbattere stereotipi e pregiudizi che ingabbiano sia gli uomini che le donne in ruoli profondamente sbagliati, che denotano e raccontano una cultura così sbagliata sulla quale, purtroppo, si fonda il fenomeno drammatico della violenza maschile contro le donne". «In Italia il tasso di femminicidi non accenna a diminuire», ha detto nel suo intervento la direttrice centrale dell'ISTAT che ha poi lanciato una pesante accusa: «nelle aule giudiziarie le donne non sono credute». "Molto spesso nei tribunali civili, anche in presenza di riscontri oggettivi, le madri che hanno figlie che si rifiutano di vedere i padri...in realtà alle madri vengono tolti i bambini. Questa cosa non deve più succedere, alle donne si deve credere".