Il partito unico non si farà, ma ognuno dei due dice che è l'altro a non volerlo. Carlo Calenda ha messo la parola fine al progetto chiarendo anche che alle europee si andrà separati perché, sostiene, che di fatto sia stato Renzi a cercare di imbrogliarlo, senza mai avere intenzione di costruire un soggetto comune. Matteo Renzi squaderna da giorni quelle che definisce prove del fatto che invece lui non abbia mai vacillato dall'idea e dall'impegno e non si spieghi come Calenda abbia voluto mandare a monte tutto così. Calenda, da parte sua, chiede a tutti i suoi di mantenere un rigido silenzio stampa, ma poi lui stesso replica al tesoriere di Italia Viva, Bonifazi, che l'ha definito strutturalmente inaffidabile ed è un attacco a 360°. Io non ho mai ricevuto avvisi di garanzia, rinvii a giudizio o condanne pur avendo ruoli di responsabilità, mai accettato soldi a titolo personale da nessuno, tantomeno da dittatori e autocrati stranieri. Mai preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Allusioni senza alcun velo, all'ex alleato ora oggetto di strali e recriminazioni. Renzi controreplica parlando di attacchi personali con critiche usate dai giustizialisti e post tipici dei grillini, non di liberali democratici e dice, se sono un mostro oggi lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, sindaco di Roma o membro del Parlamento Europeo. E mentre di contorno gli esponenti dei due partiti, Azione e Italia Viva, sono attivamente impegnati in vivaci scambi di botta e risposta, Renzi conclude, nei prossimi giorni partirà il congresso di Italia Viva, quello che volevamo fare insieme ad Azione, lo faremo con chi ci sta.