Sui vaccini bisogna aumentare la produzione, il green pass europeo è urgente, l'Italia sta riaprendo e continuerà a farlo in modo graduale e progressivo. Mario Draghi lascia il Portogallo dopo il primo vertice dei leader in presenza e non si tira indietro quando le domande cadono sulle cose di casa. Il ritorno alla normalità non è in discussione ma si farà usando la testa. "Voglio riaprire, voglio che le persone tornino fuori a lavorare, a divertirsi, a stare insieme ma, come ho detto l'altra volta di cui abbiamo parlato, quando abbiamo parlato di questo, bisogna farlo in sicurezza". Il premier snocciola i numeri, dal 16 aprile ad oggi tutti gli indicatori sono migliorati ma soprattutto le persone fragili hanno ormai ricevuto almeno una dose di vaccino. Certo, serve ancora cautela e, in vista del ritorno dei turisti, bisognerà rivedere la macchina dei controlli, rafforzando i presidi negli aeroporti e nei luoghi di grande afflusso. Ai colleghi europei ripete che servono subito regole comuni per viaggiare, sennò prevarrà la confusione. Ci sono poi i vaccini e le parole di Biden sui brevetti liberi. Ha aperto una discussione ma la questione è complessa e ancora tutta da capire. "Il fatto di liberalizzare il brevetto, anche sia pur temporaneamente, non garantisce la produzione dei vaccini. La produzione di questi vaccini è molto complessa. Richiede tecnologia, richiede specializzazione, richiede organizzazione. Quindi, questo è il primo, secondo la produzione, questa produzione dev'essere sicura". "Al vertice tutti sottoscrivono l'impegno a muoversi compatti per aumentare i diritti sociali e migliorare l'occupazione. Il risultato non scontato, avverte Draghi, ipotizzando che senza la Brexit, con l'avversità di Londra, questo traguardo probabilmente non sarebbe stato raggiunto".