La polemica scatenata è di quelle che farebbe tremare anche i più strenui sostenitori dei social media come nuova forma di democrazia diretta, perché in barba a una intermediazione spesso additata come distorsiva o a interviste fraintese, questa volta la colpa della mala interpretazione ricadrebbe tutta su 280 caratteri di Twitter o meglio su un taglio erroneo, a detta di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, di un suo pensiero veicolato proprio attraverso il noto servizio di microblogging. Solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, twitta Toti sulla sua pagina facendo il punto sui contagi, 22 erano pazienti molto anziani, persone perlopiù in pensione non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese, che vanno però tutelate. E si scatena la bufera. Tanto che, dopo aver provato a spiegare, puntualizzando che il concetto era più ampio, che è stato malamente estrapolato e frainteso e che l'obiettivo era chiedere di evitare un lock down generale intervenendo piuttosto sugli anziani, alla fine il governatore della Liguria è costretto a scusarsi e a esplicitare meglio il suo pensiero nel corso di una conferenza stampa, anche questa via social. Nessuno sottovaluta il gigantesco ruolo delle persone anziane e fragili di questo paese ed è proprio per questo che sarebbe civile proteggerle e proteggerle fino infondo invece di pasticciare con soluzioni che riguardano fintamente tutti quanti, non aiutano veramente quasi nessuno ed espongono cittadini diversi ad un'uguaglianza che è solo formale ma in realtà mette a rischio la vita e la salute di molti.