L’acqua in uscita dal potabilizzatore della diga Fanaco è torbida. I rubinetti restano chiusi in 9 comuni del nisseno. Un provvedimento, spiega Caltaqua, la società che gestisce la distribuzione nella provincia, dovuto all'interruzione da parte di Siciliacque, ente gestore dell’invaso ormai quasi a secco e dove i livelli di torbidità sono oltre i limiti consentiti. La grande sete che da mesi attanaglia il Centro e il Sud della Sicilia ora si estende ai comuni finora serviti dalla diga, e cioè: Acquaviva Platani, Mussomeli, Campofranco, Sutera, Milena, Montedoro, Bompensiere, Delia e Sommatino. In assenza di piogge da quasi un anno, con una rete che perde oltre il 50% dell'acqua che trasporta, l'emergenza idrica senza precedenti si aggrava e si allarga. Mentre la cabina di regia della Regione Sicilia ha avviato le trivellazioni di nuovi pozzi, nelle strade dell'agrigentino come del nisseno, le province più colpite, le autobotti private sono sempre più frequenti e costose. Nella contrada Fontanelle a Caltanissetta, rimasta un mese senz'acqua, la Protezione Civile ha mandato autobotti e pick-up per portare l'acqua nelle zone più impervie. Ma la desertificazione avanza, le campagne sono sempre più aride. Nell'agrigentino il Consorzio di Bonifica, ente regionale incaricato della distribuzione irrigua nei campi e commissariato, ha sospeso l'erogazione. Migliaia di persone sono scese in piazza per contestare la gestione della crisi idrica e i coltivatori, allo stremo, preparano nuove iniziative di protesta.