Dopo il caso delle ex atlete azzurre della nazionale, Nina Corradini e Anna Basta, altre ragazze hanno raccontato di presunti maltrattamenti nell'ambito sportivo. «Era nata come una passione ed è finita come un incubo», scrive una ginnasta in una lettera all'associazione Changethegame che sta raccogliendo denunce che arrivano da tutta Italia. Era partito tutto da «mamma domani uso il nastro in palestra per la prima volta» ed è finita con «non posso mangiare né bere, domani l'allenatrice porta la bilancia e se ho messo su peso mi toccherà correre per un'ora con la fune ed i pesi sulle caviglie, come fanno fare a Giulia (nome di fantasia)». La macchina della giustizia sportiva si è messa in moto. L’accademia internazionale di ginnastica ritmica, a Desio, dove si allena la nazionale azzurra, è stata commissariata. Questa era anche la casa delle ex farfalle Anna Basta e Nina Corradini, che sono state sentite dalla Procura Federale Sportiva che sta conducendo le indagini interne. «Faremo luce sulla vicenda, andremo fino in fondo e vigileremo perchè quanto stiamo vivendo non accada mai piu'», ha assicurato il presidente di Federginnastica Gherardo Tecchi. Intanto anche la Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta per maltrattamenti ma per un caso diverso, partito dall'esposto di una mamma di due sorelle ginnaste che hanno riferito di presunti maltrattamenti e abusi psicologici subiti in una palestra nel bresciano.