"Ho la coscienza pulita", è quello che in sintesi sostiene la professoressa di sostegno interrogata in carcere a Benevento, accusata di violenza sessuale su un gruppo di sei ragazzini e ragazzine della scuola media di Castellammare di Stabia. Secondo l'inchiesta della Procura di Torre Annunziata, avrebbe costretto le giovani vittime a contenuti multimediali, foto, audio, video e discorsi di tipo sessuale. Avrebbe cercato di indurli ad atti sessuali tra loro e avrebbe abusato fisicamente di uno di essi, costringendolo a un rapporto sessuale. Tutto questo sarebbe avvenuto prima in un aula che lei chiamava "la saletta", dove avrebbe dovuto dare ripetizioni a questi ragazzini, poi anche via chat. Durante la perquisizione dei Carabinieri è stato trovato, nel telefonino cellulare della professoressa molto materiale pornografico, e in un caso, una foto, ci sarebbe anche corrispondenza con la descrizione fatta da una delle giovanissime vittime. Lei respinge le accuse dicendo che gli audio espliciti inviati, sarebbero stati estrapolati da un contesto più ampio. Ricorda l'aggressione da parte di un gruppo di genitori e riconduce tutto al fatto che lei, pochi giorni prima, aveva fatto sospendere due alunni che fumavano una sigaretta elettronica in bagno. Secondo l'inchiesta, dopo questa sospensione, uno dei ragazzini si sarebbe sfogato dicendo ai genitori, in sostanza, mi ha fatto sospendere proprio lei che ci fa vedere i video porno. Da qui sarebbero poi nate le prime ammissioni da parte delle vittime alle loro famiglie, la ricerca di spiegazioni alla scuola, l'aggressione alla professoressa e l'inchiesta, che ora punta a far luce anche sulle eventuali responsabilità dell'Istituto scolastico. La docente a quanto pare portava con sé i ragazzini in un'altra aula senza un incarico formale, ma solo con un accordo informale.