Dopo l'accordo si comincia a fare davvero sul serio. Ma il percorso dell'App immuni scelta dal Governo per tracciare i contagi e contenere possibili focolai, è appena agli inizi. Difficile dire quando sarà davvero operativa e potrà essere utilizzata. Quel che è certo è che non sarà una questione di pochi giorni, forse i primi di maggio, forse più in la. Sta al Governo ora, prima del lancio definitivo, fare un'ultima valutazione delle caratteristiche tecniche di un'applicazione che prenderà il via da principio, in alcune regioni, poi via via nel resto d'Italia. E in quel momento che sarà possibile, su base volontaria, scaricarla sul proprio telefono, coperti dall'anonimato. Attraverso la tecnologia Bluetooth, si potranno così ricostruire i movimenti di una persona risultata positiva e avvertire tutti quelli con cui è entrato in contatto, se a loro volta hanno scaricato l'applicazione. È questa la sua funzione fondamentale, sostenuta da un adeguato numero di tamponi potrà davvero aiutare a contenere la pandemia. Ma certo non mancano dubbi, perplessità e aspetti da chiarire. Ci si chiede soprattutto se davvero il 60% degli italiani, tanti ne servirebbero per rendere efficace sistema, vorrà scaricare un'applicazione di questo tipo. E ancora, dove il governo deciderà di immagazzinare tutti questi dati, in un server o direttamente nei telefoni e poi verrà utilizzata soltanto la tecnologia Bluetooth o anche il geo-localizzatore? Chi potrà vedere i dati? Domande che al momento non hanno risposto in un contesto complesso in cui non sembra facile trovare il giusto equilibrio tra il diritto alla privacy e quello alla salute.