Attendeva solo l'ordine di carcerazione per poi costituirsi. E così è stato. L'ex AD di Aspi, Giovanni Castellucci, condannato in via definitiva a 6 anni per la strage del 28 luglio 2013, quando un bus precipitò dal viadotto dell'Acqualonga nella zona di Monteforte Irpino, ad Avellino, causando la morte di 40 persone, si è costituito. Venerdì era arrivata la sentenza dei giudici della Cassazione che, dopo circa 4 ore di Camera di Consiglio, hanno confermato la condanna. Una sentenza incomprensibile per i legali di Castellucci che ribadiscono: "Sulla base delle prove che abbiamo fornito siamo convinti che sia totalmente estraneo ai fatti e che abbia sempre svolto accuratamente i propri doveri di amministratore delegato". I giudici della quarta sezione hanno sostanzialmente respinto le richieste della Procura Generale, che aveva sollecitato per l'ex AD coinvolto a Genova anche nel processo per il crollo del Ponte Morandi, un appello bis per la rivalutazione della condanna per l'omicidio colposo e assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" per il disastro colposo. Tra gli imputati condannati in via definitiva, anche l'autista del bus Gennaro Lametta che ha deciso di costituirsi ribadendo ancora la sua innocenza. Per Lametta il processo ha dimostrato che l'autobus precipitò a causa di 30 anni di mancata manutenzione dei New Jersey da parte di Autostrade e che la causa del distacco della trasmissione non fu una trascuratezza da poterli addebitare, ma un sovra-serraggio dei perni causato da un errore umano non suo, ma dei meccanici dell'officina autorizzata dove portò il bus prima del tragico incidente. .