Lo scenario peggiore indica alte maree eccezionali, fino a 3,47 metri sullo zero mareografico, entro il 2150. Quasi il doppio rispetto alla seconda marea più alta di sempre, nel 2019, di 189 centimetri sul medio mare. Scenari ipotizzati da un recente studio dell'INGV, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che per il 2150 prevede inoltre un livello medio di marea in laguna, compreso tra i 129 e 157 centimetri. Una situazione che richiederebbe l'azionamento giornaliero del sistema di dighe mobili Mose. I dati evidenziati dalla ricerca sono stati definiti condivisibili dagli oceanografi del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. "Secondo lei, da oceanografo, il destino di Venezia è segnato?" "Allora se andiamo avanti per altri 200-300 anni, purtroppo sarà segnato, perché non credo che l'innalzamento dei livelli rallenterà". "Non è una questione di 2100 o 2150, ma insomma accadrà prima o dopo, ecco è quello che intende dire?" "Allora la domanda non è: se succede ma quando succede". "La marea negli ultimi anni, negli ultimi 10 anni, prendiamo 20, si è innalzata di anno in anno in quale misura, più o meno?" "Noi abbiamo visto negli ultimi 150 anni si è alzato di quasi 35 centimetri". "Abbiamo il Mose attualmente che difende Venezia. Il Mose potrà continuare ad essere uno strumento efficace per la salvaguardia della laguna?" "Allora, adesso funziona, siamo contenti che c'è, funzionerà per altri 50 anni, quando a un certo punto il livello marino che si alza, diciamo la mette un po' in una forma obsoleta". "Oltre al Mose quali altri strumenti potremmo adottare per cercare di, insomma, di proseguire, di prolungare il più lungo possibile la vita di questa città unica al mondo?" "Allora, l'idea è di guadagnare tempo chiaramente. Allora il Mose ci fa guadagnare tempo, ci porta avanti per altri 50 anni che possiamo vivere qua. Altre possibilità ci sono, per esempio pompando dell'acqua nel sottosuolo, alzando Venezia di altri 30 centimetri". .