Guerra dei media, Vivendi sale al 20% di Mediaset

14 dic 2016
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Nella partita tra la famiglia Berlusconi e i francesi di Vivendi per il controllo di Mediaset entra in scena anche il neonato Governo Gentiloni, appena entrato nel pieno delle sue funzioni. Secondo il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, infatti, gli investimenti stranieri sono sempre benvenuti, ma il modo di approcciarsi dei francesi non sembra il più appropriato, specie per un settore strategico come quello dei mass media. L’Esecutivo, quindi, promette Calenda, monitorerà con attenzione quello che, secondo il Ministro, potrebbe apparire come un tentativo di scalata ostile. Ostile lo è di certo dal punto di vista della famiglia Berlusconi, che si dice unita e compatta, a dispetto delle voci di divisioni interne, per difendere Mediaset dall’assalto francese nel giorno in cui Vivendi, come promesso lunedì, sale al 20 per cento della società. “Abbiamo aumentato la nostra partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi” è la strategia delineata da Berlusconi. La famiglia, attraverso Fininvest, può infatti contare su quasi il 40 per cento della società, senza contare un altro pacchetto del 4 per cento circa detenuto dalla stessa Mediaset, le cosiddette azioni proprie. Insomma, la battaglia è ormai diventata a tutti gli effetti guerra tra i due ex alleati, perché ancora nello scorso aprile Berlusconi e Bolloré avevano iniziato con piglio amichevole, con un accordo di cessione ai francesi di Premium, la pay tv del gruppo, e uno scambio di quote azionarie; un accordo poi disconosciuto da Bolloré e che ha portato i due gruppi in tribunale. Era l’estate scorsa e secondo molti osservatori l’attuale attacco frontale dei francesi all’intero gruppo del Biscione è conseguenza diretta di quello strappo. Martedì, a riprova di questa tesi, Fininvest ha presentato un esposto in Procura per manipolazione di mercato. Vivendi avrebbe cambiato idea su Premium proprio per far calare il valore del titolo e acquistarne a più piene mani, titolo che a Piazza Affari, dopo l’exploit di oltre il 30 per cento di martedì, è continuato a salire, sia pur rallentando nel finale. Quello che impressiona sono i volumi di scambio, enormi. Passano di mano in ogni seduta di Borsa milioni di azioni, segno che gli investitori si stanno riposizionando in vista della battaglia finale.

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