Se filerà tutto liscio, l'Italia riceverà la prima trance degli aiuti europei anticrisi entro luglio, 25 miliardi di euro, un anticipo di quanto spetta al nostro Paese, destinatario della fetta più grande, del vasto programma continentale varato la scorsa estate. Bruxelles, ha due mesi di tempo per analizzare il documento col quale Roma spiega come spenderà i Fondi Comunitari e richiedere, nel caso, approfondimenti e modifiche, aspetti che potrebbero interessare soprattutto l'attuazione delle riforme. Poi, il Consiglio Europeo, dovrà approvarlo, cosa che deve avvenire entro un mese. Perché tutto proceda, in maniera spedita, è però necessario che ogni membro dell'Unione, ratifichi l'intero Impianto Europeo, cioè il pacchetto di Sussidi e Prestiti, chiamato Next Generation EU, circostanza che 8 paesi non hanno ancora fatto. Solo dopo questo disco verde si potrà iniziare a raccogliere sui mercati, i miliardi necessari da distribuire. Insomma non è sicuro che la prima trance arrivi a Roma in piena estate, ma la corsa per completare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, era necessaria per non perdere il primo disponibile. Il nostro Recovery Plan vale 248 miliardi, tra Fondi Europei e quelli Nazionali aggiunti per finanziare progetti che altrimenti sarebbero rimasti fuori dal perimetro. A completare il quadro, ulteriori 26 miliardi italiani, per le grandi opere. Sei le voci di spesa principali, con ambiente e digitale a fare la parte del leone, il tutto, nello scenario migliore, dovrebbe dare una spinta aggiuntiva al nostro Pil del 3,6% al 2026 e aumentare l'occupazione. Un piano ambizioso che, comunque la si veda, rappresenta un'occasione storica.